PROMEMORIA 2 dicernbre 1984 - All'uscita
da una chiesa, di fronte ai propri familiari,
viene assassinato Leonardo Vitale, il prirno
pentito di rnafia
All'uscita da una chiesa, di
fronte ai propri farniliari,
viene assassinato
Leonardo Vitale, il primo
pentito di mafia. Aveva
denunciato Totò Riina,
Bernardo Provenzano,
Michele Greco e Vito
Ciancimino ma non era
stato creduto e trascorse
12 anni tra carcere e
manicornio.
Leonardo Vitale (Palermo, 27 giugno 1941 - 2 dicembre
1984) è stato un mafioso legato a Cosa Nostra ed è
considerato il primo pentito.
Detto il Joe Valachi di Altarello di Badia, nel l960 diventò
uomo d'onore e, nel Marzo 1973 denunciò Totò Riina,
Bernardo Provenzano, Michele Greco e Vito Ciancimino alla
polizia, chiedendo esplicitamente di parlare soltanto con
Bruno Contrada, all'epoca dirigente della sezione
investigativa della Squadra Mobile. Dopo esser stato
sottoposto a numerose perizie psichiatriche, fu rinchiuso per
10 anni nel manicomio criminale dl Barcellona Pazzo di
Gotto, in provincia di Messina. Trascorsi due mesi dal giorno
del ritorno in libertà. verìne ucciso all'uscita da una chiesa,
davanti alla famiglia.
Da non confondere con l'omonimo e contemporaneo boss di
cosa nostra, Leonardo Vitale detto 'fardazza' di Partinico,
rinchiuso in carcere insieme al fratello Vito, e la cui sorella
Giusi è considerata la prima donna boss pentita di cosa
nostra.
Bisogna aggiungere o meglio precisare che Leonardo
(Leuccio) è il primo "vero" pentito di mafia per motivi di
coscienza. Dopo la conversione ha cercato solo la verità e
nessuno gli ha voluto credere, non ha cercato nemmeno di
nascondersi; frequentava la messa quotidiana alla chiesa dei
cappuccini a Palermo, dove una domenica proprio all'uscita è
stato ucciso.
Nell'estate 2006 Stefano Incerti ha girato un film sulla sua
vita, intitolato L'uomo di vetro, dal nome dell'omonimo
romanzo di Salvatore Parlagreco. Il film è uscito in sala nel
2007.
<< Scarcerato nel giugno 1984, fu ucciso dopo pochi mesi, il 2
dicembre, mentre tornava dalla Messa domenicale. A
differenza della Giustizia dello Stato, la mafia percepì
I'importanza delle sue rivelazioni e lo punì inesorabilmente
per aver violato la legge dell'omertà. E' augurabile che,
almeno dopo morto, Vitale trovi il credito che meritava e che
merita. >>
(Giovanni Falcone, Maxiprocesso di Palermo 1986)
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